Le aziende che hanno piccoli fatturati e pochi dipendenti dominano il panorama economico nazionale. Sono cruciali per la coesione sociale e il radicamento territoriale, ma vengono ignorate dalla politica
In Italia, le piccole e medie imprese (Pmi) rappresentano non solo un elemento strutturale dell’economia nazionale, ma anche un motore fondamentale per la coesione sociale e il radicamento territoriale. Secondo i dati Istat, oltre il novantanove per cento delle imprese italiane rientra in questa categoria, contribuendo a circa il sessantadue per cento dell’occupazione privata non agricola e a oltre il sessanta per cento del valore aggiunto complessivo.
Consideriamo, in particolare, le micro (da zero a nove addetti e fatturato non superiore a due milioni di euro) e le piccole aziende (da dieci a quarantanove addetti e fatturato non superiore a dieci milioni). Le prime rappresentano ben il 78,9 per cento delle Pmi, le seconde il 25,7 per cento (dati 2021).